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Glossario Bergamasco Medievale
Edizione a cura di Federica Guerini e Francesco Lo Conte

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Glossario

Quaderno 3 (MMB25) pag. 741

Rocculum, Rochullum

Originale conservato presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo

An[no] 1416: “Marinus dictus Mazolus de Capitaneis de Muzzo nomine locationis investivit Bertonum q[uond]am Adami de Gajenis de Villa de Lemine de jure infigendi unum rocculum, seu plura roccula, et tendendi retes et tremagia et capiendi et retinendi aves (…) in infrascripta petia terre in territ[orio] de Muzzo, ubi dicitur in monte Pilorzio”. (Arch[ivio] civ[ico] Arm[adio] 15 da un cod[ice] della Civ[ica] Bibl[ioteca] segnato Ψ, 5, 25).[1] S’ingannava quindi l’Ab[ate] G[iovanni] B[attista] Angelini quando nella sua Descrizione dell’uccellare col roccolo, pag. 5, affermava che questa invenzione bergamasca non risaliva oltre a circa 150 anni[2]. Ed io credo di averne trovato esempio ancora più

Note:

[1] Secondo le tavole di ragguaglio disponibili, tale antica segnatura corrisponderebbe alla corrente AB 250. Ma, come in altri casi per antiche segnature riportate da Tiraboschi, un controllo autoptico del manoscritto AB 250 ha rivelato l’inesattezza della corrispondenza. La segnatura sopra riportata da non figura invero nemmeno nel Catalogo Generale della Pubblica Biblioteca Comunale della Regia Città di Bergamo avviato intorno al 1840 da Bartolomeo Secco Suardo, una cui riproduzione digitale è consultabile presso la sala studio della Biblioteca Civica di Bergamo. Forse Tiraboschi leggeva la citazione qui riportata anche in Vaerini (1788: 116).

[2] Cfr. Angelini (1724: 5): “Circa cento cinquant’anni si contano, che in Bergomo si rinvenne questa foggia d’uccellare, mà resta incognito il di lei primo Autore”.