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Glossario Bergamasco Medievale
Edizione a cura di Federica Guerini e Francesco Lo Conte

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Presentazione dell'opera e dei suoi contenuti

 

Antonio Tiraboschi (1838 – 1883), una delle figure più attive e prolifiche sulla scena culturale bergamasca nella seconda metà del XIX secolo, è noto soprattutto per la compilazione del Vocabolario dei Dialetti Bergamaschi Antichi e Moderni (1873), uno strumento di documentazione del patrimonio lessicale bergamasco non più eguagliato per mole, completezza e ricchezza delle fonti. Come suggerisce il titolo stesso del Vocabolario, tuttavia, l’attività di ricerca del Tiraboschi non si è limitata al dialetto ottocentesco, ma ha riguardato diverse fasi della storia del bergamasco, a cominciare dalle attestazioni più antiche.

Ideale continuatore del Vocabolario può essere ritenuto il Glossario Bergamasco Medioevale, attualmente conservato presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, e costituito da quattro quaderni manoscritti, all’interno dei quali sono registrati oltre 1500 lemmi organizzati alfabeticamente, secondo la seguente ripartizione:

  • Quaderno I (segnatura MMB 23): lemmi da Abaregare a Buzus; 426 pagine, numerate a matita, nell’angolo esterno in alto, da mano diversa e verosimilmente posteriore, sino alla pagina 200.
  • Quaderno II (segnatura MMB 24): lemmi da Ca ‘casa’ a Fustanus; circa 700 pagine, numerate a matita, nell’angolo esterno in alto, da mano diversa e verosimilmente posteriore, sino alla pagina 300.
  • Quaderno III (segnatura MMB 25): lemmi da Gabia a Runcum; 779 pagine, tutte numerate a matita, nell’angolo esterno in alto, da mano diversa e verosimilmente posteriore.
  • Quaderno IV (segnatura MMB 26): lemmi da Sablo -nis a Zuvus; 590 pagine prive di numerazione.

In totale, i quattro quaderni comprendono all’incirca 2500 pagine, ma non tutte contengono degli appunti: Tiraboschi lascia intenzionalmente alcune pagine in bianco, come se prevedesse di includere altri lemmi in ordine alfabetico. Non è dato sapere quando ebbe inizio la raccolta di tali appunti, ma il confronto con i contenuti di alcuni lemmi del Vocabolario del 1873 lascia supporre che si tratti di un lavoro protrattosi per almeno un decennio. Ampio il repertorio delle fonti, molte delle quali ancor oggi inedite, impiegate a conferma dei lemmi del Glossario. Le citazioni sono soprattutto ricavate da pergamene d’archivio, nonché da documentazione statutaria e notarile tardomedievale della città di Bergamo e delle valli bergamasche. Molte annotazioni sono esplicitamente provvisorie: è evidente che lo studioso si proponeva di riprenderle in seguito, completandole e riformulandole ove necessario. La complessiva sistematizzazione del materiale raccolto sarà poi impedita dalle ristrettezze economiche e dal repentino peggioramento delle condizioni di salute del Tiraboschi, che avrà per esito la sua scomparsa, all’età di 45 anni, dopo solo quindici giorni di degenza presso una casa di cura alle porte di Bergamo.

 

Per approfondimenti

Guerini Federica. 2021. Appunti per una edizione del Glossario Bergamasco Medioevale di Antonio Tiraboschi. Italiano LinguaDue 2(2021): 589-605. Versione online.

Guerini Federica. 2022. Qualche nota sui prestiti di origine longobarda nel Glossario Bergamasco Medioevale di Antonio Tiraboschi. In: Cammarota Maria Grazia / Gabriele Cocco / Lo Monaco Francesco (a cura di), Parola, Suono, Immagine. Fenomeni traduttivi, intersemiotici, transmediali. Studi in memoria di Maria Vittoria Molinari. Biblioteca di Linguistica e Filologia, Bergamo, Sestante Edizioni: 79-96. Versione online.

 

Accesso ai contenuti digitali

L’accesso ai contenuti del Glossario Bergamasco Medievale è possibile attraverso tre modalità:

  1. Un indice dei lemmi, organizzato secondo l’ordine originale del manoscritto (alfabetico, con alcune eccezioni, dovute a sviste del Tiraboschi nella compilazione dei suoi appunti), con link alle rispettive pagine, contenenti:
    • il numero originale della pagina manoscritta
    • il lemma
    • la trascrizione
    • le eventuali note
    • l’immagine della pagina manoscritta
  2. Un motore di ricerca testuale sui lemmi;
  3. Un accesso sequenziale che consente di passare da ogni pagina alla successiva o alla precedente, incluse le circa 900 pagine prive di appunti presenti all’interno dei quaderni manoscritti.

Le discordanze del manoscritto rispetto all’ordine alfabetico dei lemmi sono state mantenute nell’indice, incluso il fatto che alcuni lemmi presentino due (o anche più) occorrenze, ad ognuna delle quali corrispondono contenuti in larga misura diversi. Alcune pagine dell'originale sono state numerate per errore (da mano diversa e posteriore) con lo stesso numero; in tutti questi casi, la ripetizione è evidenziata con l’aggiunta di bis nell’indice sequenziale.

Nel manoscritto originale è presente un numero molto elevato (circa 900) di pagine del tutto prive di appunti: queste ultime si trovano nell’ordine sequenziale osservabile nell’originale.  

Alcuni lemmi si estendono su più pagine, mentre vi sono pagine che contengono due (o più) lemmi; questi ultimi compaiono nell’indice come entrate separate, che tuttavia puntano alla medesima pagina ed immagine.

 

Note di trascrizione

corsivo   riflette il sottolineato nell’originale (o altri espedienti grafici usati dal Tiraboschi per evidenziare una certa parola o locuzione);

(…)        omissioni segnalate dal Tiraboschi;

[…]        omissioni non segnalate dal Tiraboschi, ma emerse dal confronto diretto con le fonti o con le principali edizioni dei manoscritti citati.

“    ”       indicano il confine dei frammenti citati;

Tutte le abbreviazioni adottate dal Tiraboschi sono state sciolte, adottando come modello la forma per esteso più frequentemente attestata.