La pratica della scrittura come forza sociolinguistica dinamica
La nascita e lo sviluppo di comunitā di discorso italiane tra la tarda Antichitā e il Medioevo, e il loro impatto sulle lingue e sulle societā

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Rappresentazioni linguistiche dell'identitā


Modelli sociolinguistici e linguistica storica

 

Questo progetto intende indagare le dinamiche della relazione identità-alterità nelle lingue antiche dal Mediterraneo all'India, in rapporto alle vicende linguistiche e socio-culturali delle comunità coinvolte, con l'assunto metodologico comune di raccordare la ricerca storico-linguistica e quella sociolinguistica ed etnolinguistica. Si intende infatti dimostrare, trasversalmente in diverse aree geolinguistiche e in diverse fasi diacroniche di lingue a "grande corpus", che il comportamento linguistico di ciascun parlante o scrivente permette di ricavare informazioni sulla collocazione dello stesso all'interno della società, sul suo desiderio di prendere le distanze da gruppi sociali "altri" o, al contrario, sulla volontà di sottolineare la propria appartenenza ad un gruppo.

Queste osservazioni sono valide sia a un micro-livello che si esplica nella dinamica interazionale parlante-ascoltatore, i quali tipicamente costruiscono uno spazio dinamico in cui confrontare la rappresentazione di sé e dell'altro, sia ad un macro-livello, in quanto anche comunità linguistiche e gruppi sociali sono interessati da processi di mutamento linguistici e storico-culturali che portano a una rideterminazione costante della loro identità collettiva. In questa prospettiva le società plurilingui costituiscono un laboratorio d'analisi privilegiato, in quanto caratterizzate da multiformi processi di negoziazione identitaria.

L'indagine della manifestazione e della percezione dell'identità e dell'alterità linguistica in funzione di diversi contesti storici e socioculturali verrà svolta su diverse lingue antiche in alcuni dei loro momenti storici significativi, appartenenti agli ambiti: - indoeuropeo (greco, latino, anatolico e indo-iranico), con riferimento anche ad aree periferiche (celtica, slava, grecità non balcanica) e a dinamiche di transizione al romanzo e al semitico. Oggetto di ricerca primario saranno situazioni di contatto tra le lingue di un dato repertorio e i relativi riflessi negli atteggiamenti valutativi dei parlanti a livello micro- e macro-sociolinguistico. Si indagheranno (epi)fenomeni della variazione (diafasica, diamesica e diastratica, diatopica e diacronica) che emerge da testi antichi, esperibile sia tramite l'individuazione mirata di "spie" grafiche, morfo-fonologiche e lessicali, sia in fatti di bilinguismo, diglossia e code-switching, valutandone eventuali implicazioni nel mutamento linguistico.

Questo tipo di analisi empirica permetterà di valutare limiti e potenzialità di alcuni assunti teorici di base verificandone la capacità euristica in relazione a situazioni del passato. Là dove l'indagine della variazione linguistica si collochi su un piano storico privo di dati sull'oralità della lingua, il quadro interpretativo è reso oggettivamente più difficile dall'impossibilità di ricostruire un contesto socio-storico attendibile, in particolare per lingue e scritture antiche poco documentate. Si intende pertanto adottare una metodologia integrata che consenta di superare le mere ricognizioni dei dati testuali, per giungere a inquadrare sociostoricamente i dati provenienti dai corpora di lingue antiche, avvalendosi di una sinergia trasversale tra diversi approcci alla variazione sincronica (la sociolinguistica storica e correlativa, l'etnolinguistica, la filologia testuale).

L'obiettivo finale è quello di elaborare modelli empirici e teorici per leggere sociolinguisticamente il documento antico. Linee di ricerca molteplici ma convergenti avranno dunque i seguenti obiettivi condivisi:

1) ANALISI PRAGMATICO-LINGUISTICA DELLA RELAZIONE TRA IDENTITA' E ALTERITA' NELL'ATTIVITA' COMUNICATIVA E SUOI RIFLESSI SUL SISTEMA LINGUA. Nell'ambito di questo primo macro-obiettivo ci si propone di verificare, registrare e valutare fenomeni quali
(i) la persistenza di tratti fossilizzati di lingue "altre" rispetto a quella nella quale il parlante o lo scrivente si esprimono;
(ii) processi di assimilazione o dissimilazione linguistica, operate da chi intenda definire e manifestare la presenza di un confine linguistico fra sé e il resto, anche nell'ambito della traduzione di testi, che possono rivelare dinamiche inesplorate della relazione tra due (o più) lingue e culture;
(iii) strategie identitarie osservate all'interno di soggetti più ampi come le comunità linguistiche, in relazione ai loro repertori linguistici e scrittorii, con l'obiettivo di estrapolare da fonti orali e scritte elementi che correlino il dato linguistico al suo contesto;
(iv) sfrangiati fenomeni di variazione sociolinguistica a livello diatopico, diamesico, diafasico e diastratico, con l'obiettivo comune di elaborare griglie di correlazione tra i tipi eventi testuali in cui occorrono tali fenomeni e la tipologia di marche sociali linguisticamente rilevanti, ancorando eventuali 'curve' di occorrenza di tali variabili all'asse del tempo e dello spazio (cfr. obiettivo seguente). Il correlato teorico di tali obiettivi sarà l'elaborazione di modelli interpretativi per leggere sociolinguisticamente il testo antico, e verificare la trasferibilità di tali modelli interpretativi dalle situazioni moderne, caratterizzate da una documentazione ricca e variata dal punto di vista diastratico, diamesico e diafasico, a situazioni antiche note solo attraverso documentazione scritta, sondando empiricamente limiti e potenzialità nell'ambito del presente progetto.

2) INDAGINE DELLE DINAMICHE IDENTITARIE IN CONTESTI DI COESISTENZA DI LINGUE MAGGIORITARIE E LINGUE MINORITARIE E RELATIVI EQUILIBRI. Ritenendo di particolare interesse scenari di convivenza multiculturali, questa linea di ricerca si concentrerà sul paesaggio linguistico di comunità plurilingui (sia nella contemporaneità che in altri contesti storici), per le quali la fonte scritta possa far emergere la relazione tra diverse lingue e scritture in rapporto di dominio o subalternità l'una con l'altra. Lo scopo sarà quello di individuare, descrivere e categorizzare la tipologia di situazioni ove l'interrelazione tra scelte di codice e scelte ortografiche sia rivelatrice di ideologie e valutazioni operate dagli scriventi in termini di prestigio dei diversi codici compresenti.

3) OSSERVAZIONE DEGLI EFFETTI DELLA VARIAZIONE SINCRONICA SUL MUTAMENTO LINGUISTICO. Analizzando corpora di lingue antiche, ma anche contemporanee, con un approccio integrato (quantitativo e qualitativo), un obiettivo di rilievo è certamente quello di osservare fenomeni quali la frequenza e la salienza utili a motivare i processi di mutamento linguistico. In altre parole, ciò significa assegnare un ruolo determinante al rapporto dinamico tra sincronia e diacronia: l'analisi dettagliata dei testi a livello linguistico e filologico nell'ambito del loro correlato socio-storico può fornire chiavi interpretative importanti per spiegare la complessità della variazione a livello sincronico e al contempo l'analisi del mutamento linguistico, sempre letto in costante rapporto al contesto socio-culturale.

4) VERSO UNA METODOLOGIA INTEGRATA PER LA LETTURA SOCIOLINGUISTICA DEL DOCUMENTO ANTICO. Il presente progetto persegue anche l'obiettivo fondamentale di apportare nuovi strumenti metodologici nell'interpretazione dei fatti linguistici diacronici mediante la valorizzazione dell'intersezione di diversi approcci, e, più specificatamente, di discutere e ad applicare in maniera sistematica modelli e tecniche della sociolinguistica correlativa e dell'etnolinguistica contemporanee a lingue antiche, coniugandole con i metodi e gli assunti della filologia testuale e della linguistica storica. Coerentemente si mira dunque a verificare se analisi e modelli prodotti dalla lettura di fatti contemporanei contribuiscano a sostenere la ricostruzione della relazione tra l'uso della lingua nelle fonti scritte e i contesti socio-storici. Questa metodologia integrata scaturisce in fondo da una visione complessa della nozione di identità, intesa come un prodotto multifattoriale che non è tanto (o non soltanto) un meccanismo psicologico di auto-classificazione, ma piuttosto un fenomeno sociale, antropologico e culturale che si realizza nelle interazioni con altri individui, attraverso l'istituzione di relazioni intessute all'interno di contesti storici ben precisi.

 

Unità di ricerca

Differenti unità di ricerca collaborano al progetto:

UR BERGAMO

l'UR di Bergamo intende indagare l'interazione tra rappresentazione dell'identità e dinamiche linguistiche e socioculturali in Europa, attraverso la messa a punto di metodi e di approcci analitici condivisi, applicabili alle seguenti linee di lavoro:
a) la natura e il trattamento del dato linguistico (scritto o orale);
b) la variazione sincronica e la sua interrelazione con il mutamento diacronico;
c) l'identità come elemento di lettura sia dell'evento comunicativo (testuale vs. orale) sia della distribuzione funzionale delle lingue nel repertorio.
Il panorama di contesti empirici indagati include realtà differenti dal punto di vista storico e sociolinguistico, ma assimilabili all'interno di un unico quadro di analisi, il contatto con il latino o con varietà romanze:
i) area romanza, con particolare riguardo alla fase di transizione dal latino tardo al romanzo, sulla base di documentazione che riflette soprattutto varietà basse (poco formali e/o caratteristiche degli strati sociali meno colti), in minima parte influenzate dalla tradizione classica; ovvero il confronto tra la redazione linguistica delle iscrizioni ufficiali di età compresa tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., e iscrizioni non ufficiali. Si esploreranno anche le dinamiche di contatto tra italiano e dialetti italo-romanzi (in particolare, bergamasco e bresciano), le strategie per la messa per iscritto di sistemi privi di tradizione scritta e agli atti di identità che tali strategie possono veicolare;
ii) area celtica. Si esaminerà l'interazione tra latino da una parte e irlandese e gallese dall'altra durante l'alto medio evo, un contesto nel quale il diffuso bilinguismo dei parlanti ha giocato un ruolo decisivo nel plasmare la situazione linguistica delle Isole Britanniche;
iii) area slava. Verrà indagata la relazione dell'antico slavo ecclesiastico con la cultura greca e latina, ma anche l'area istriano dalmata, dalle prime iscrizioni slave in latino alle iscrizioni in alfabeto glagolitico, a partire dal sec. XI, attestanti una relazione dialettica fra antico croato (dialetto čakavo) e antico slavo ecclesiastico, nonché una convivenza con le parlate romanze residuali (istrioto e dalmatico), e con il veneziano coloniale e con l'italiano letterario.
iv) area germanica. Si indagherà il contatto romanzo-germanico con il cimbro, una parlata bavarese in forte regressione, di cui esiste tuttavia una ricca documentazione anche scritta.

Componenti dell'Unità di Ricerca:

 

UR CAGLIARI

L'UR di Cagliari si concentra sulla relazione tra identità e dinamiche linguistiche e socioculturali nel sardo medioevale. Il sardo medioevale offre una documentazione testuale di tipo non letterario comunemente giudicata dalla comunità scientifica internazionale come una delle più antiche e significative nel panorama romanzo. La natura economico-giuridico-politica dei testi sardi medioevali combina in modo inscindibile il dato linguistico con il contesto storico e socio-culturale di produzione di tali documenti. Il che costituisce una condizione ideale per studiare il modo in cui la lingua si correla con la società, configurando le relazioni identitarie che chiaramente emergono dalla trama delle relazioni giuridiche e delle transazioni economiche p.es. tra comunità locali e potentati o mercanti esterni, tra strati o gruppi sociali diversi della stessa comunità locale (p.es. donnos 'i signori', contadini liberi e semiliberi, contadini asserviti alla terra), tra mondo laico ed ecclesiastico ecc. All'interno di questa problematica, si individuano come obiettivi di ricerca in una prospettiva di connubio tra linguistica storica e sociolinguistica:
a) le problematiche della standardizzazione quali si profilano sulla base della dialettica oralità-scrittura emergente dai testi;
b) alcuni aspetti della variazione sull'asse diafasico e diamesico, anche in relazione alla formazione di parola in rapporto allo status di lingua;
c) la funzione identitaria della lingua nella configurazione e giustificazione etnico-politica dei regni giudicali;
d) le continuità e discontinuità a livello di codice e sociolinguistico in una prospettiva storico-diacronica che incardina la propria origo nella tarda latinità;
e) la distribuzione diatopica di alcuni fondamentali fenomeni di ordine fonetico-fonologico e morfologico-lessicale come possibile proiezione areale e cristallizzazione di antichi assetti diastratici;
f) gli esiti di interferenza del sardo con le lingue esogene di volta in volta dominanti nel repertorio.

Componenti dell'Unità di Ricerca:

 

UR PESCARA

L'UR di Pescara si propone di sviluppare le questioni connesse con lo studio delle situazioni di contatto tra le lingue di un dato repertorio e i relativi riflessi negli atteggiamenti valutativi dei parlanti a livello micro- e macro-sociolinguistico in prospettiva sia del parlato che dello scritto. In coerenza con le linee generali dell'intero progetto, si tenterà di verificare se le conclusioni deducibili dalle situazioni contemporanee, caratterizzate da una documentazione ricca e variata sul piano diamesico, diastratico e diafasico, siano trasferibili all'analisi di lingue note solo attraverso corpora scritti più o meno consistenti.
Tale obiettivo verrà perseguito attraverso una metodologia caratterizzata dalla raccolta e dall'analisi di corpora di scritto/parlato come base della ricerca; nel caso dello scritto, oltre al ricorso ai corpora epigrafici di riferimento, si procederà alla costituzione di uno specifico corpus di documenti digrafi e/o bilingui. Nel caso del parlato invece, il corpus sarà costituito da registrazioni di parlato semi-spontanee e dati elicitati tramite la somministrazione di questionari sia di carattere dialettologico che percettivo.
I corpora del parlato saranno relativi a due diversi contesti del diasistema romanzo. In un caso l'analisi sarà rivolta al rapporto tra lingua e dialetto all'interno della complessa realtà linguistica della Toscana con particolare attenzione all'area nord-occidentale. Nell'altro caso sarà studiato il francoprovenzale di due comunità pugliesi di antico insediamento, le cui condizioni sociolinguistiche differiscono profondamente sia sul piano della distribuzione funzionale dei codici e i conseguenti usi linguistici dei parlanti, sia sul grado di permeabilità del francoprovenzale verso l'italiano e le varietà italo-romanze in contatto.
Nella prospettiva della documentazione scritta l'analisi verterà sul caso di Cipro fra l'epoca arcaica e l'età ellenistica, caratterizzata dalla compresenza di almeno tre sistemi linguistici diversi (fenicio, dialetto cipriota, koiné ellenistica) collegati ognuno da un sistema scrittorio distinto (alfabeto fenicio, sillabario cipriota, alfabeto greco), con tutte le conseguenze che ciò comporta nella prospettiva della ricostruzione di un quadro sociolinguistico/etnolinguistico a partire dai textual events disponibili per l'isola dal periodo arcaico a quello ellenistico.

Componenti dell'Unità di Ricerca:

 

UR PISA

L'UR di Pisa intende concentrarsi sulla dinamiche linguistiche e socioculturali esperibili nelle lingue classiche, con riferimento cruciale alla nozione di identità e con particolare attenzione al plurilinguismo. Sul piano teorico, si intende altresì vagliare i metodi e le nozioni elaborate dalla moderna sociolinguistica in un ambito intrinsecamente complesso come quello delle lingue morte. Nell'assunto che il concetto di identità come posizionamento sociale di sé e dell'altro implichi un fenomeno socio-culturale veicolato soprattutto dall'interazione linguistica tra individui, in società plurilingui e multiculturali, come quella latina e greca, il quadro diventa assai sfaccettato, poiché vanno considerati i diversi gruppi di parlanti e la valutazione ad essi relativa, nonché i loro domini di afferenza o le specifiche funzioni.
Sul piano metodologico, basilare risulta l'assunto che soltanto mediante l'indagine integrata dei dati linguistici con l'evidenza storica e archeologica da un lato, e con l'analisi filologica testuale dall'altro si possa tentare di giungere alla ricostruzione del diasistema delle lingue classiche finora non attuata in modo organico. Per delineare tale diasistema, sarà condotta un'analisi empirica su testi latini e greci, sia letterari (Plauto, Orazio e Petronio per il latino; Platone Comico, Aristofane e Menandro per il greco) che non letterari (epigrafi latine e greche, tavolette di Vindolanda, iscrizioni su vari materiali, defixiones, lettere, testi del latino tardo, testimonianze grammaticali).

Componenti dell'Unità di Ricerca:

  • Giovanna Marotta (Coordinatore), Professore Ordinario, Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
  • Domenica Romagno, Ricercatore confermato, Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
  • Francesco Rovai, Ricercatore T.D., Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
  • Adriano Cerri, Dottorando, Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
  • Irene De Felice, Dottorando, Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
  • Donati Margherita, Assegnista di ricerca, Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica

 

UR ROMA

L'unità di Roma "Sapienza" concentrerà la propria attenzione sull'interrelazione tra identità e dinamiche linguistiche e socioculturali nella storia della Grecità periferica (non balcanica). Il campo di ricerca dell'unità sarà pertanto costituito a Occidente dalla Sicilia e dal Mezzogiorno calabro-lucano, caratterizzati da compresenza di greco e latino sino ai primi secoli della nostra èra, quindi greco e romanzo fino all'alba del II millennio, e ad Oriente dall'area anatolica, dove il contatto inizia in epoca micenea e si protrae per tutto il I millennio a.C., verso l'iranico, dove le testimonianze più rilevanti iniziano intorno alla metà del I millennio, fino all'India, dove il contatto si manifesta dopo la spedizione di Alessandro, con i cosiddetti regni indo-greci (ultimi secoli a.C.).
La metodologia di cui l'Unità intende avvalersi si esplicherà, secondo le linee del progetto nazionale, in un approccio di tipo atomistico-induttivo, al fine di operare una classificazione diafasica e diastratica dei fenomeni di contatto, deducibili dal materiale linguistico a disposizione: una serie di corpora ben definiti costituiti da testi prevalentemente epigrafici (inclusa la monetazione), che vanno dalla fine del II millennio a.C. fino al primo Medioevo (per i dettagli si rinvia ai punti 10 e 12 del programma dell'unità). Lo spoglio completo dei corpora epigrafici per le fasi di più antica attestazione, e dei codici contenenti atti notarili e documenti religiosi, per il periodo alto-medievale, consentirà di delineare gli equilibri tra lingue maggioritarie (preesistenti all'influsso greco) e lingua minoritaria - come si configura in genere la facies ellenica -, per i quali la fonte scritta possa far emergere il rapporto di dominio o subalternità (o di centro e periferia, se si vuol adottare un binomio funzionale anche in dinamiche sociolinguistiche) e il contesto socio-storico nel quale tale interrelazione si colloca.

Componenti dell'Unità di Ricerca:

 

UR SIENA

L'UR di Siena Stranieri si concentra su varietà linguistiche del mondo antico, con riferimento alle seguenti tematiche: lingua e rappresentazione dell'identità e dell'alterità; riflessione metalinguistica su norma e variazione, e ricadute sulla pratica e sull'insegnamento grammaticale; rapporto tra variazione sincronica e sviluppo diacronico. Le lingue di riferimento appartengono all'ambito indoeuropeo (greco, latino, anatolico e indo-iranico) e semitico. In questi ambiti, sono selezionati contesti storico-culturali e corpora testuali di particolare rilievo per le tematiche pertinenti:
a. documenti che comprendono un'ampia gamma della variazione diafasica in greco e in latino (epigrafi, papiri, glossari), e che lasciano pertanto emergere elementi di variazione in particolare verso l'informalità e tratti non presenti nello standard;
b. testi epistolari, di carattere sia privato (corrispondenza in greco e in latino nei papiri d'Egitto) sia ufficiale (in area anatolica, le lettere dell'archivio di Maşat);
c. testimonianze grammaticali: papiri grammaticali greci (fonte d'informazione sulla percezione dell'identità greca nell'Egitto tolemaico e imperiale); testi indiani che documentano l'atteggiamento della cultura brahmanica verso l'alterità linguistica; grammatiche siriache nate in contesto di accentuato multilinguismo e multiculturalismo;
d. opere di traduzione letteraria di ambito greco-semitico sorte in situazioni di competenza multilingue: la traduzione in greco della Bibbia detta "dei Settanta" (ricettiva di tratti innovativi del greco ellenistico e di influssi dell'ebraico e dell'aramaico); la traduzione dal greco in siriaco del Romanzo di Alessandro (singolare prodotto di un ambiente fortemente ellenizzato e d'altra parte esposto a molteplici influssi).
L'attenzione per la lingua greca costituisce il filo conduttore di più linee di ricerca, che possono essere così sintetizzate:
1. Greco e latino: aspetti di code-switching e code-mixing e questioni identitarie
2. Un particolare Greco di traduzione: i Septuaginta
3. Greco e siriaco
4. Modelli di rappresentazione dell'alterità: Gr. barbaros; : Scr. mleccha.

Componenti dell'Unità di Ricerca:

  • Marina Benedetti (Coordinatore), Università per Stranieri di Siena, Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca
  • Paola Dardano, Università per Stranieri di Siena, Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca
  • Carla Bruno, Università per Stranieri di Siena, Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca
  • Liana Tronci, Università per Stranieri di Siena, Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca
  • Rosa Ronzitti, Università degli Studi di Genova
  • Claudia Ciancaglini, Università di Roma La Sapienza
  • Elisabetta Magni, Università di Bologna
  • Giorgio Banti, Università di Napoli “L’Orientale”
  • Magherita Farina, Assegnista, Università per Stranieri di Siena
  • Chiara Frigione, Dottoranda

 

UR TUSCIA

L'UR della Tuscia focalizzerà l'attenzione sulla variazione correlata all'identità di gruppi sociali che fungono da elementi propulsori del mutamento linguistico. Si analizzeranno corpora documentari quanto più possibile sociolinguisticamente eterogenei ma sintopici e sinfasici al fine di identificare con sufficiente precisione l'eventuale variazione socialmente motivabile. A questo riguardo, si intende anche studiare le forme della scrittura ed osservarne le dinamiche di variazione motivate da eventuali interferenze linguistiche e grafiche, da imputarsi alle competenze bilingui o plurilingui degli scriventi, nell'ambito dei repertori di comunità conosciuti per il loro contesto socio-storico. Le aree storico-linguistiche di intervento saranno essenzialmente tre: il corpus epigrafico della Palestina tra I secolo a.C. e I secolo d.C., le varietà del repertorio e le dinamiche sociolinguistiche nell'Africa e nell'Egitto di età romana, il repertorio e le marche di identità nella variazione della Lingua Franca del Mediterraneo. L'unità si concentrerà dunque su cinque diversi piani di intervento, che rappresentano i suoi compiti specifici.
1) Rilevamento e motivazione della variazione registrata per le lingue antiche e moderne. Si costituiranno i corpora per l'analisi di natura qualitativa e quantitativa e là dove possibile una ricostruzione dei contesti pragmatico-funzionali. Il metodo più idoneo per reperire variabili funzionalmente rilevanti sul piano sociale è la collocazione degli eventi testuali all'interno di uno spazio il più possibile omogeneo. Da questo punto di vista i dati epigrafici sembrano rappresentare una base ottimale, pur presentando tutti i problemi interpretativi caratteristici del materiale scritto.
2) Ipotesi sociali. L'attribuzione di un valore sociale a una qualsiasi variabile sarà sostenuta solo se le ipotesi della variazione diacronica (variabili che si collocano in serie e non in parallelo), della mera variabilità a-funzionale e della variazione diatopica appariranno falsificate. Verrà tenuto conto del filtro della scrittura che funge da selezionatore di variabili.
3) Gerarchia delle variabili. Una volta identificate le variabili diafasiche si può tentare di vedere se esista una 'curva' negli occorrimenti di tali variabili: meno frequenti nei testi formali, più frequenti in quelli informali (al solito dando a 'frequenza' valori bassissimi sul piano del campione statistico ovvero del corpus). Esiste una gerarchia implicazionale sul piano dell'escursione delle marche sociali applicate alla variazione: diastratia < diafasia < diamesia < diatopia. Il percorso che qui si propone dunque mira a individuare in corpora omogenei sul piano delle prime tre variabili una loro correlazione sociale.
4) Osservazione degli effetti della variazione sincronica sul mutamento linguistico attribuendo ad essa anche correlati diversi da quelli della interferenza con altre lingue compresenti. Il contatto linguistico non deve essere quindi l'unico punto di partenza nell'osservazione della variazione, anche perché non ne è l'unica motivazione.
5) Studio dell'interferenza fra codici (sia lingue che scritture) all'interno di un corpus, in prospettiva etnolinguistica e in relazione alla rappresentazione identitaria dello scrivente. Il valore assunto dal codice scritto e dalla lingua prescelti può fornire la chiave di lettura privilegiata, per osservare le dinamiche tra identità e alterità, nelle intenzioni dello scrivente e negli orientamenti del suo gruppo sociale.

Componenti dell'Unità di Ricerca:

  • Marco Mancini (Coordinatore), Professore ordinario, Università della Tuscia
  • Barbara Turchetta, Professore ordinario, Università della Tuscia
  • Luca Lorenzetti, Professore straordinario, Università della Tuscia
  • Giancarlo Schirru, Professore associato, Università di Cassino e del Lazio meridionale
  • Paolo Milizia, Ricercatore, Università di Cassino e del Lazio meridionale
  • Laura Mori, Ricercatore, Università degli Studi Internazionali di Roma
  • Cristina Muru, Ricercatore, Università della Tuscia


UR Trieste
L'UR ha partecipato al progetto nel triennio 2008-2010, concentrendosi sullo studio del mutamento da contatto in un dominio linguistico coeso, la sintassi interna dei sintagmi nominali, e su due aree geografiche complementari, le isole britanniche e la Romània, quest'ultima anche nelle sue relazioni con il greco e altre varietà balcaniche (quindi in generale il versante settentrionale del Mediterraneo).

Componenti dell'unità di Ricerca

Collaborazioni internazionali