La pratica della scrittura come forza sociolinguistica dinamica
La nascita e lo sviluppo di comunitā di discorso italiane tra la tarda Antichitā e il Medioevo, e il loro impatto sulle lingue e sulle societā

Go to the English version

Partner

Le unità di ricerca condividono un approccio empirico basato sull’analisi di diversi tipi di testi non letterari volta a identificare caratteristiche linguistiche significative a tutti i livelli dell'analisi linguistica e testuale, inclusa la pragmatica (forme di cortesia, sistemi di allocuzione) e fenomeni connessi alla coesistenza di più lingue nello stesso /i contesto/i.

Le unità di ricerca si concentrano sull’analisi di casi emblematici di comunità di pratica e discorso rappresentati da diverse tipologie testuali. Nella loro presentazione si evidenzia la documentazione testuale più rilevante e originale, talvolta inedita, che il progetto metterà a disposizione.

 

UR di Bergamo

Coordinatore (nazionale) Prof. Piera Molinelli

L’Unità di ricerca di Bergamo lavora sulle seguenti comunità e testi:

  1. Comunità cristiane del Nord e Centro Italia e loro documenti. Tali gruppi religiosi costituiscono il tessuto sociale, nonché la struttura portante culturale ed economica nell'arco temporale tra il formarsi delle prime comunità e il Medioevo. Condividono un repertorio linguistico costituito da particolarità lessicali e formule pragmatiche tra latino e varietà italiane. L’analisi si concentra su un epistolario di monache lombarde risalente al XV secolo e sul confronto con l’epistolario di Santa Caterina da Siena (XIV secolo).
  2. Contesti educativi documentati a partire dai papiri più antichi (I-IV sec. d.C.) contenenti glossari bilingui tematici fino alla tradizione medievale degli Hermeneumata Pseudodositheana.
  3. Documenti pubblici di area ravennate contenenti registrazioni di donazioni e negozi giuridici con l’obiettivo di dare ricognizione ufficiale e pubblicità (papiri Tjäder (504 d.C., 564 d.C., 572 d.C. e 625 d.C.).
  4. Documenti notarili prodotti (a) in centri di scrittura della Langobardia Maior durante l’Alto Medioevo (VIII-XI secolo). L’analisi si concentra sulla rappresentazione della comunità sociale (lo spazio e le persone) da parte degli estensori (notai e trascrittori); (b) di area genovese (XII sec.) e vercellese (XII sec.) lavoro in parallelo su corpora latini, comparabili per tipologia, tipo di autorialità e funzione.
  5. Edizione digitalizzata del Glossario del dialetto bergamasco di Antonio Tiraboschi (dall’VII secolo) inedito presso la Biblioteca Angelo Maj di Bergamo che lo ha digitalizzato in funzione di questo progetto. La sua edizione sarà uno dei risultati della ricerca.

 Membri dell’UR di Bergamo

 

UR di Cagliari

Coordinatore: Prof. Ignazio Efisio Putzu

L’Unità di ricerca di Cagliari si concentra su testi prodotti nelle scrivanie e poi cancellerie dei regni giudicali nella Sardegna basso-medievale (XI-XIV sec.). Tali testi rappresentano in particolare tre scriptae (rispettivamente logudorese, campidanese e arborense) e si caratterizzano, da un lato, per un alto grado di uniformità tipologica e documentale, dall’altro lato, per una parziale variazione per quanto riguarda le specificità linguistiche e testuali. L’UR di Cagliari sta lavorando anche allo studio di un archivio mercantile inedito risalente al XV secolo.

Membri dell’UR di Cagliari

 

UR di Chieti-Pescara

Coordinatore: Prof.ssa Federica Guazzelli

L’Unità di ricerca di Chieti-Pescara si concentra sull’analisi di:

  1. testi prodotti da comunità di mercanti toscani (XII-XV sec.). Si considera la produzione di ambito mercantile che testimonia le abitudini linguistiche, comunicative e testuali di gruppi di mercanti ben definiti e circoscritti nel Medioevo, attraverso lo studio di documenti pratici appartenenti a diversi tipi di testo (es. lettere private, ricordanze, libri contabili). In particolare il lavoro si concentra sull’analisi delle lettere dell’Archivio Datini, con l’obiettivo di indagare fenomeni di ambito morfo-sintattico e lessicale nei testi toscani medievali, con speciale attenzione ai fenomeni di multilinguismo da collegare alla gestione delle filiali delle aziende in Francia e in Inghilterra, e all’eventuale sviluppo di una comunità medievale di pratica in ambito mercantile;
  2. gruppi che producono testi pratici di natura magico-religiosa e medica tra la tarda antichità e il medioevo. Il focus è qui su un genere documentario specifico, vale a dire testi di una natura pratica prodotti in contesti altamente multilingue. Tre tipologie testuali sono particolarmente rilevanti a questo scopo, ovvero tavolette di maledizione, filatteri e gemme siciliane e meridionali, concepite come strumenti di protezione personale. L’obiettivo dell’analisi è di sviluppare una riflessione sulle dinamiche storiche esterne che determinano la situazione di multilinguismo della Sicilia tardo-antica, in particolare per ciò che riguarda non solo il contatto linguistico fra greco, latino e varietà semitiche, ma anche l’influsso che la diffusione del cristianesimo e la diaspora ebraica posteriore al I/II secolo d.C. comportano in questa prospettiva

 

Membri dell’Unità di Chieti-Pescara

 

UR Federico II di Napoli

Coordinatore: Prof.ssa Rosanna Sornicola

L’Unità di ricerca di Napoli si occupa dell’analisi linguistica di documenti delle prassi legali redatti tra il IX e il XII secolo in varie aree della Langobardia minor, con particolare riguardo ai diversi centri di scrittura della Campania. L’indagine è volta a delineare le caratteristiche della lingua adoperata dai rogatari nella stesura dei documenti, concentrandosi in special modo sulle differenze e le affinità tra le realizzazioni linguistiche di diversi notai, e sulle relazioni tra queste e il contesto storico-culturale. Il latino, che faceva parte del repertorio, se non di tutti gli appartenenti alle comunità sociali in cui i notai erano inseriti, almeno dei diversi professionisti della scrittura, si articola nei documenti in un ampio spettro di registri e stili. Oltre ai notai di Benevento e di Salerno, che mostrano competenze linguistiche più sofisticate, è possibile infatti individuare notai dotati di capacità grafiche e abilità linguistiche più limitate. Si tratta di notai che operavano in centri periferici e rurali, prestando servizio come redattori di piccole transazioni. Queste notevoli differenze di contesti sociali all’interno di una stessa area sono di estremo interesse per lo studio, da una moderna prospettiva di sociolinguistica storica, delle dimensioni e delle articolazioni interne del vasto spazio di repertori linguistici comunitari, di gruppi, individuali, che, durante l’alto medioevo, caratterizzò in maniera peculiare le aree della Langobardia minor. In tale ottica, la riflessione sarà condotta anche alla luce di comparazioni con la coeva documentazione proveniente dalla Langobardia maior e dai ducati bizantini.

L'UR dà notizia della propria attività nel sito www.latinitaslangobarda.unina.it

Membri dell’UR di Napoli: