La pratica della scrittura come forza sociolinguistica dinamica
La nascita e lo sviluppo di comunitā di discorso italiane tra la tarda Antichitā e il Medioevo, e il loro impatto sulle lingue e sulle societā

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La pratica della scrittura come forza sociolinguistica dinamica


La nascita e lo sviluppo di comunità di discorso italiane tra la tarda Antichità e il Medioevo, e il loro impatto sulle lingue e sulle società

 

Il progetto si concentra sull’analisi di pratiche di scrittura di gruppi sociali con conoscenze professionali e culturali in comune tra la tarda Antichità e il Medioevo italiani.

Le diverse unità di ricerca analizzano documenti non letterari di diversa natura prodotti da tali gruppi sociali, ad esempio testi legali e commerciali, lettere private. Queste tipologie di testi svolgono un ruolo chiave nell'esplorazione delle forze sociolinguistiche che "dal basso" hanno avuto un ruolo importante nella diacronia dello sviluppo linguistico che ha caratterizzato la storia della penisola italiana.

La storia linguistica dell'Italia e della regione euromediterranea è stata per lo più (auto) rappresentata e ricostruita sulla base di eventi descritti nelle lingue dominanti, nelle tradizioni testuali "pubbliche" e in prodotti letterari "dall'alto". Ciò ha spesso portato a semplificazioni eccessive delle dinamiche molto più complesse tra le varietà linguistiche, i gruppi sociali che le parlavano e i territori in cui si svilupparono.

Il progetto si concentra su un'analisi integrata delle pratiche di scrittura, delle caratteristiche linguistiche e delle tradizioni testuali di testi non letterari con l’obiettivo di comprendere gli scenari linguistici dell’epoca oggetto d’indagine e la relativa organizzazione dei gruppi socioculturali rilevanti.

I modelli teorici della comunità di pratica e della comunità di discorso, da tempo applicati all’analisi linguistica in contesti moderni, vengono utilizzati nel progetto per l’analisi di contesti socio-culturali italiani del passato (si vedano anche Watts 2009 e Kopaczyk / Jucker 2013 per analisi simili relative all’ inglese).

Il primo modello, la comunità di pratica, identifica un insieme di individui che si impegnano insieme verso uno sforzo comune e fanno affidamento ad un repertorio condiviso di stili e strumenti linguistici, oltre ad idee sul funzionamento della lingua (cf. Eckert 2006 e Wenger 1998). Tale repertorio include l'uso della lingua e le sue manifestazioni in testi non letterari, in termini di convenzioni ortografiche / testuali, termini tecnici, schemi grammaticali, formule fisse, sistemi di allocuzione- ovvero uno “shared commitment to discursive practices” (Watts 2009: 45).

Il secondo modello, la comunità di discorso, invece, rappresenta un modello più adatto per esplorare le comunità del passato, trattandosi di una nozione puramente linguistica, fondata su generi testuali.


A partire dalle potenzialità interpretative dei due modelli gli obiettivi che il progetto si pone sono:

  1. identificare fenomeni linguistici e testuali che sono espressione di dinamiche socioculturali in contesti storici rappresentativi;
  2. verificare se, tali fenomeni, costituiscono prove affidabili per sostenere l'esistenza di comunità di pratica e/o di discorso nei contesti socio-storici considerati;
  3. rivalutare criticamente l'impatto e il valore euristico dei moderni quadri comunitari nella sociolinguistica storica.

L’analisi delle diverse tipologie testuali si basa su corpora di documentazione rappresentativa in latino e in alcune antiche varietà italo-romanze.

Al progetto collaborano diverse unità di ricerca che sono accomunate dall’analisi di testi non letterari di diverso tipo a partire dagli obiettivi sopra delineati.

Le unità di ricerca che collaborano al progetto sono: l’Università di Bergamo, l’Università di Cagliari, l’Università di Chieti-Pescara, l’Università Federico II di Napoli