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Glossario Bergamasco Medievale
Edizione a cura di Federica Guerini e Francesco Lo Conte

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Glossario

Quaderno 3 (MMB25) pag. 543

Paratici

Originale conservato presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo

“Tutti i cittadini fiorentini andavano necessariamente ciascuno per alcuna delle ventiune arti, cioè bisognava, a voler essere cittadino fiorentino, o che essi o i loro maggiori fussono in alcuna di dette arti stati approvati e matricolati, o esercitandola o no (…). Ebbero ancora quest’arti da prima le loro insegne per poter difendere, quando bisognato fosse, armate la libertà (…)”. ([Benedetto] Varchi, citato da Lampertico nel magnifico libro intitolato Il lavoro, pag. 155)[1]. “Ciascun’arte aveva i proprj statuti, capitoli o leggi (…) a capo era un gastaldo a Venezia (nell’origine della parola economo), [a Milano,] un abbate, ossia padre, [a Firenze,] i priori e le capitudini”. (Lampertico, Ib[idem, pag. 158]). “E la corporazione d’arte formava nello stesso tempo una pia confraternita: [come accennai,] eleggevasi un santo a patrono, ne onoravano la solennità, ne formavano il loro stendardo”. (Ib[idem, pag. 161]). (St[atuti di] B[ergamo], XIII, 51).[2]

Note:

[1] Il riferimento è all’opera di Fedele Lampertico (1875). La citazione riporatata dal Tiraboschi comincia alla pagina 155, ma si conclude alla pagina successiva (156).

[2] Edizione in Finazzi (1876: 2016).